Natasha Stefanenko, laureata e modella per caso: “Mamma temeva non avrei trovato marito”
Attrice e modella, nata in Russia, vive da anni nelle Marche. E ha una laurea in ingegneria metallurgica
Natasha Stefanenko è nata in Russia, ma da tantissimi anni vive in Italia, nelle Marche, regione a cui ha anche dedicato un libro appena uscito per Cairo Editore, dal titolo “Dalle Marche con amore. Guida sentimentale alla regione dell’Infinito“. 56 anni, una laurea in Ingegneria in tasca e una lunga carriera come modella alle spalle, ha raccontato l’anno scorso sui social di essersi ritrovata a un bivio: “O la pensione mentale o un nuovo percorso con maggiore consapevolezza, nel lavoro e spirituale”. Partendo da questa frase l’attrice e modella ha raccontato il suo passato e chi è oggi, con un curioso aneddoto: la madre pensava che non avrebbe mai trovato marito.

l’amore di natasha stefanenko per le marche
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In un’intervista al Corriere della Sera, Natasha Stefanenko ha raccontato: “Da giovane corri, corri, poi o ti fermi e dici ‘faccio poco o niente’, o riparti. Io mi sento piena di stimoli e ho rilanciato. Ho scritto un libro. Le Marche sono stupende ma un po’ sottovalutate. In Russia, per spiegare dove sono, devo dire all’opposto della Toscana o sotto Riccione. Invece, abbiamo borghi meravigliosi, ci sono nati Raffaello e Giacomo Leopardi”. La modella 56enne vive da “25 anni qui nella bellezza, guardando Recanati e l’infinito oltre la siepe”. A febbraio ha anche “girato un film, A se stesso di Ekaterina Khudenkikh, che riflette sulla vita e sulla morte, anche questo ambientato nelle mie Marche”.
È arrivata nella regione quando era una modella di successo: si è innamorata di un marchigiano nel 1992. “Nel 2000 ero incinta e Luca mi ha proposto di trasferirci per farci crescere nostra figlia, per le radici, per la presenza dei nonni. All’inizio, ci ospitava mia suocera, stavamo stretti stretti, sono arrivati mamma e papà dalla Russia ad aiutare e stavamo ancora più stretti, ma lì, nostra figlia ha avuto un’infanzia splendida“.

il passato di Natasha Stefanenko
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L’infanzia di Natasha Stefanenko è stata un po’ diversa: “Sono cresciuta in una città segreta degli Urali, circondata da filo spinato, che non esisteva sulle carte geografiche. Era indicata con una sigla: S-45. Però, era tra boschi stupendi e avevamo tutto quello che ci serviva per vivere”. Da piccola era “buona, educata e molto complessata, insicura, perché ero diversa: alta alta e magra magra. I bimbi bullizzano chi è diverso. Poi, sono arrivata in un Paese civile dove dicono che l’altezza è mezza bellezza e l’ho immediatamente adorato”.
Suo padre, bielorusso, ha 84 anni e ha la demenza, il Parkinson. “Da trent’anni mi dice che è rimasto l’unico vivo tra i 15 ragazzi della Bielorussia venuti con lui negli Urali per lavorare, tutti ingegneri nucleari. Infatti, a 45 anni, erano già in pensione. Penso che il governo sapesse che avevano già preso la loro dose di radiazioni“. Sua mamma, invece, è russa, ma il suo cognome è ucraino: “Credo risalga ai bisnonni, difficile dirlo perché in Russia tutte le famiglie sono un miscuglio. L’ex Unione Sovietica era formata da tanti Paesi, le persone si spostavano di continuo da uno all’altro. Finita l’università, gli studenti erano obbligati dal governo a fare due anni di lavoro in un’industria e potevano mandarti ovunque. Anche mia sorella ha vissuto in Ucraina. Ogni russo ha un parente o un amico lì. Per noi la guerra con Kiev è una sofferenza“.

La mamma, l’amore e la sua “altezza”
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Natasha Stefanenko non conosceva molto dell’Italia: “Conoscevo solo il Festival di Sanremo” ha detto, svelando un aneddoto che riguarda sua madre: “Mamma vedeva Al Bano e Romina e mi diceva: ‘Vedi, anche lui è più basso di lei’. Erano la sua consolazione perché era convinta che, col mio metro e 85, non avrei mai trovato marito. Mi sono iscritta a Ingegneria Metallurgica perché ci andavano solo maschi e, fino a 18 anni, nessun ragazzo mi aveva mai guardata. Pensai che lì uno anche brutto mi avrebbe notata. Pensavo: studio, uso l’intelligenza e magari qualcuno mi vorrà bene per la bellezza interiore”.
Da ragazza sognava “la felicità familiare: una persona che mi amava, dei figli. E da noi, se studiavi, avevi il lavoro e la casa garantiti. Non avevamo paure per il futuro finché è crollato il sistema. Alla fine, il mio sogno si è realizzato. Da trent’anni, ho accanto un uomo bello nell’anima. Tuttora ci unisce un sentimento fortissimo”.
Natasha Stefanenko da più di 30 anni sta con Luca Sabbioni, ex modello e oggi imprenditore calzaturiero. L’amore va ancora a gonfie vele: la loro ricetta? “Con tanto dialogo e tante risate. Sdrammatizzando le cose con una battuta e mettendo da parte l’orgoglio. Luca mi ha insegnato a esprimere tutto quello che mi turbava, mi ha detto: ‘Se non mi dici cosa ti dà fastidio, io non posso saperlo, tu accumuli e poi esplodi; se invece ne discutiamo, possiamo sempre chiarirci’. Ci ha salvato questo e il senso dell’umorismo. All’inizio, nostra figlia si offendeva per le nostre battute, le abbiamo detto: se non sviluppi l’humor, con noi non sopravviverai. È venuta su spiritosa, incantevole, oltre che brava, ambiziosa, tosta. Ha preso laurea e master in Economia e Finanze e fa consulenze strategiche per aziende importanti. Io a 24 anni non ero così determinata”.

Natasha Stefanenko e la carriera da modella
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Natasha Stefanenko ha raccontato di aver preso tutti i treni quando passavano. È arrivata in Italia “dopo aver vinto un concorso di bellezza per sbaglio. Stavo in fila all’apertura del primo McDonald’s russo, ho fatto la coda per ore accanto a un truccatore che mi ha convinta a partecipare per gioco. Io vedevo le altre concorrenti e inorridivo: tutte a mettere in mostra il seno, il sedere, mi sembrava la fiera dei cavalli. Al mio turno, mi presento a John Casablancas tutta spavalda, struccata, vestita normale. Siccome lui chiedeva a tutte il nome, io per sberleffo ho chiesto il nome a lui. Mi hanno scelta. Incredibile. Avevo vinto un posto alla finale di New York, lui era certo che sarei arrivata fra le prime tre, ma rifiutai, tornai a casa e mi misi a finire la tesi”.
Poi il regime è crollato e ogni certezza è svanita: “Non c’erano soldi, gli scaffali dei supermercati erano vuoti, non c’era più il lavoro garantito. Avevamo la libertà, ma non sapevamo che farcene. Ho richiamato Casablancas e sono finita in Italia“. Per lei non è stato però facile: “Ero così complessata che quando qualcuno mi guardava, mi sudavano le mani, non riuscivo a mangiare, mi cadeva il cibo dalla bocca. Se qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei condotto eventi dal vivo come il Festivalbar o i triangolari di calcio negli stadi, non ci avrei mai creduto”. Lei ha imparato guardando le altre modelle e anche l’incontro con Luca, anche lui modello e laureato come lei, l’ha aiutata. “Io disprezzavo il nostro lavoro, ma lui mi ha fatto capire che dovevo pensarmi come un’industria, un prodotto, dovevo curarmi, promuovermi, essere professionale e guadagnare tanto per avere abbastanza soldi a 30 anni, quando sarei stata considerata vecchia”.
Natasha non si è mai considerata bella e forse per questo è diventata popolare e famosa anche come conduttrice, entrando nel cuore delle persone: “Credo che funzionassi perché non ero costruita e non mi sono mai considerata bella. Per me, da piccola, il corpo era solo un mezzo per portare il cervello da un posto all’altro. Dopo, con la bellezza ci ho giocato, l’ho sdrammatizzata. Non ho mai puntato sulla sensualità, infatti, non mi è mai successo che qualcuno mi saltasse addosso. A parte che sono sempre stata fedele. Luca mi ha insegnato la fiducia: quando l’uomo che ami si fida, cavolate non ne fai”.