Il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, ha commentato dagli studi di Otto e mezzo su La7 il vertice organizzato dal presidente francese Emmanuel Macron.
L’incontro ha riunito otto leader europei con l’obiettivo di rispondere alla strategia di Donald Trump,
che ha escluso l’Unione Europea dai negoziati di pace tra Russia e Ucraina.
Le dichiarazioni di Caracciolo sono state particolarmente critiche, sia nei confronti dell’attuale assetto dell’Unione Europea, sia rispetto alla politica della premier italiana Giorgia Meloni.
Un’Europa in ritardo e divisa
Caracciolo ha espresso un giudizio severo sul summit, sottolineando la fragilità strutturale dell’UE in un contesto geopolitico sempre più complesso. “Sta cambiando tutto, tranne le abitudini europee: arriviamo tardi, divisi e senza una strategia chiara”, ha affermato. Secondo il direttore di Limes, ogni leader nazionale tende a interpretare l’incontro in modo soggettivo, cercando di trarne vantaggio per la propria narrazione interna. Ma il problema di fondo, secondo lui, è ancora più profondo: “L’Europa non è un soggetto politico rilevante a livello internazionale, e infatti nessuno la considera un attore decisivo nelle trattative di pace e di guerra”.
La fine di un’epoca e l’incertezza del futuro
Meloni e l’illusione del sostegno americano
Infine, Caracciolo ha rivolto un’ultima stoccata alla premier italiana Giorgia Meloni, sostenendo che abbia mal interpretato il rapporto con Washington: “Pensava che allinearsi con gli americani fosse la chiave per ottenere risultati, ma non è così”. Gli Stati Uniti, ha sottolineato, hanno sempre saputo che l’Ucraina non sarebbe mai entrata nella NATO e che il loro interesse principale rimane la competizione con la Cina, più che la gestione della crisi europea. Un’analisi dura, quella di Caracciolo, che mette in luce i limiti strutturali dell’UE e le incertezze del futuro geopolitico del continente.